Non ho mai creduto nell’Amore

Non ho mai creduto nell’Amore.

Anzi no, mi correggo, non ho mai creduto che potesse esistere — nel mondo reale — l’idea che io ho dell’Amore.

E no, non parlo dell’Amore da lieto fine da commedia romantica con Cameron Diaz.
Parlo di qualcosa che assomigli a una scelta. Ripetuta. Quotidiana. Consapevole.

E ad oggi, è davvero faticosissimo.
Oggi che siamo tutti sotto osservazione. Anche quando amiamo. A volte, soprattutto quando amiamo.
In un mondo dove si cambia partner con uno swipe e si litiga per una reaction, l’amore non è più l’eccezione, il premio: è l’ostacolo, ogni giorno.
Quanto più facile sarebbe senza amore, con una stupida, ingenua e assoluta superficialità?
Ogni gesto è confronto, ogni mancanza è paragone.
E allora scrolli, e ti chiedi se sei abbastanza. Se lui lo è. Se voi lo siete.

È quello che ti costringe a fermarti, quando tutti corrono per non sentirsi superati.
È quello che ti destabilizza, se sei abituata a controllare tutto.
È quello che ti fa sentire vulnerabile, proprio nel momento in cui la vulnerabilità è vista come debolezza.

E allora mi chiedo: ma chi ce lo fa fare?

Eppure, ogni tanto, l’amore ti passa accanto. Che tu lo voglia o no.
E anche se sei cinica, di pietra, non puoi far finta di niente. Ti scombina. Ti costringe a guardarti senza difese. Ti chiede spazio nel letto, nell’armadio, spazio che prima era solo tuo. E ti chiede equilibrio. Che è la prima cosa che perdi.

E nessuno vuole perdere l’equilibrio, soprattutto se lo ha appena ritrovato, con fatica, ancora.

Per anni ho pensato che la cosa più terrificante fosse cadere. Ora so che non lo è.
La cosa più difficile è rialzarsi di nuovo, un po’ meno interi, ma con lo stesso bisogno.

Il bisogno di credere che può ancora valerne la pena.

E allora mi chiedo: quante volte si può cadere e continuare a credere di potercela fare ancora? e ancora.. e ancora..

E soprattutto: perché voler attraversare a tutti i costi quel ponte sospeso?

Perché non restare da questa parte, al sicuro, da soli?
Cos’ha questa parte che non va? E se questa parte — la parte “senza amore” — fosse comunque abbastanza?
Forse nulla. Forse va benissimo anche questa parte.
Solo che nessuno ce lo dice mai.

La società ti vuole in coppia. Ti vuole felice e piena di like.

Come ho detto: non ho mai creduto nell’Amore.

No mi correggo, non ho mai creduto esistesse — nel mondo moderno — la mia idea d’Amore.
Io la continuo a cercare in sguardi complici, in silenzi pieni, in mani che non mollano nei giorni in cui sei meno facile da amare.
Ma ho imparato a distinguere i sogni dalla realtà. E tutta questa consapevolezza ha un prezzo altissimo, molto più di quello della psicoterapia settimanale.

E la realtà è che l’Amore puro non è garantito. Esiste, forse. Ma è raro. E fragile.
E allora viene la domanda: se sappiamo che una storia può finire, come si fa a viverla davvero? A godersela, anche nei dubbi di ogni giorno?
Tutti vorremmo essere guardati sempre come la prima volta. Essere visti.
Tutti vorremmo credere che “il mondo col suo delirio non entrerà e non farà danni”, come cantava Max.

Ma poi il mondo entra.
E rompe.
E tradisce.
E dimentica.
E allora resti tu.

Con le tue paure nuove, più stanca di prima.
Con quella frase che prima sembrava una citazione da frigo, e oggi è verità nuda:

“Impara a stare da sola.”

Non perché sia romantico. Ma perché, prima o poi, ti capiterà.
E non importa se sei single o se sei sposata.

Ti capiterà. E tu dovrai essere pronta.
Magari una sera, in silenzio, mentre lui è da un’altra parte.
O mentre ti accorgi che non ha più voglia di chiederti com’è andata la tua giornata.

E se avrai imparato a stare da sola, quella sera non ti consumerà.
Non ti farà sentire invisibile, rimpiangere i 30 anni, sentire di aver perso quel gioco.
Perché tu ti vedrai.

Io ingenuamente non ho mai smesso di cercare quell’Amore, per quanto il mio cervello continui a provare a convincersi di si.
Quello che, dopo 30 anni, ti incrocia lo sguardo in mezzo a una stanza piena di gente e ti fa sentire ancora come la prima volta.
Come se foste solo voi due, al centro del mondo. Un circolo chiuso. Due persone intere. Risolte.
Che scelgono, ogni giorno, di esserlo anche insieme.

 

Ma poi, come dicevo…arriva la realtà.

3 commenti

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  1. […] niente… questo solo per dirvi che l’Amore era in volo con noi per Stoccolma quel giorno. Forse non l’aveva mai vista nemmeno lui. E dunque […]

  2. […] «Non ho mai creduto nell’Amore.. Anzi no, mi correggo, non ho mai creduto esistesse nella realtà l…».Così iniziava un ‘pezzo’ che ho scritto nel 2015. Me lo ricordo bene, forse addirittura a memoria. E’ stato il mio pezzo più copiato, più condiviso, più sentito e anche quello meno pensato.. quello scritto più di getto insomma. […]

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